Capoluogo dell’Emilia-Romagna e città dalla lunga storia, Bologna viene anche soprannominata per le sue caratteristiche distintive “la Dotta, la Grassa e la Rossa”. Qui, infatti, si trova una prestigiosa Università che, essendo stata fondata nel 1088, è considerata una delle più antiche al mondo e ha ospitato per secoli illustri studiosi conferendo così a Bologna il soprannome “la Dotta“.
Oltre alla sua eredità accademica, Bologna è famosa anche per la sua cucina, da qui il soprannome “la Grassa”, tramandata in molti ristoranti, botteghe e mercati che celebrano le tradizioni culinarie emiliane fatte di prodotti come il ragù alla bolognese, i cappelletti e la mortadella. L’appellativo “la Rossa“, invece, deriverebbe dal colore dei tetti e dei mattoni che erano utilizzati nella costruzione degli edifici del centro storico nel periodo medioevale. Questo nome, però, nel corso del tempo sembra aver assunto anche un significato più sociale e legato alle tendenze politiche della città.
Dopo essere stata dominata dai fenici e dai romani, Bologna nel Medioevo si è trasformata notevolmente diventando una città-stato indipendente e questo non solo ha portato alla nascita della prima sede universitaria in Italia ma anche alla creazione di un polo culturale molto attivo. Nel Rinascimento Bologna è diventata un’importante città d’arte che ha ospitato famosi artisti e poi con il tempo è diventata un attivo centro commerciale e uno snodo ferroviario e stradale strategico.
Ora la città è una destinazione che attira non solo studenti da tutto il mondo, grazie alla sua importante Università, ma anche una destinazione ambita da turisti e visitatori che la apprezzano per il suo patrimonio storico, culturale e gastronomico.
Piazza Maggiore è nota, grazie al cantante Lucio Dalla, anche come Piazza Grande ed è da secoli il cuore della vita politica e religiosa di Bologna. È considerata una delle prime piazze italiane, dato che è stata realizzata prima di quelle di Firenze e Siena, ad essere pensata e costruita come luogo pubblico d’incontro e di commercio poiché qui veniva all’inizio realizzato il mercato cittadino.
La piazza è stata realizzata nel Medioevo ma poi negli anni è stata più volte modificata per assecondare le diverse esigenze e solo nel XV ha assunto la forma attuale grazie ai lavori voluti dal Cardinale Carlo Borromeo. Con una superficie di 6900 mq Piazza Maggiore si presenta monumentale agli occhi dei suoi visitatori ed è circondata dai più importanti edifici come il Palazzo Comunale con la Torre dell’Orologio, la Sala Borsa, la Basilica di San Petronio, il Palazzo del Podestà ma ospita anche numerosi bar e locali.
Il Palazzo Comunale, noto anche come Palazzo d’Accursio, si estende per circa 15.000 mq ed è uno degli edifici più antichi e più importanti di Bologna. Questo era stato costruito in origine nel XII secolo come residenza del giurista Accursio da Bagnolo ma è stato poi acquistato dal Comune ed è diventato prima sede della magistratura e poi del governo comunale della città. All’esterno colpisce la facciata principale che vanta non solo un grande portale risalente al Cinquecento ma anche ricche decorazioni e una statua bronzea di Papa Gregorio XIII.
Una visita all’interno vale sicuramente la pena per poter ammirare al primo piano sale di grande interesse artistico e culturale come la Sala d’Ercole con la statua in terracotta di Ecole trionfante, la Sala del Consiglio Comunale e la Sala Rossa così chiamata per i rivestimenti di colore rosso. Attraverso un’imponente scalinata, progettata da Bramante, si raggiunge il secondo piano dove si trovano la Sala Urbana, la Sala Boschereccia, la Sala Farnese e Cappella Farnese, con queste ultime due che sono state realizzate nel 1665 per volontà del cardinale Girolamo Farnese.
Di fianco al palazzo sorge la Torre di Accursio, o Torre dell’Orologio, che si può visitare salendo dalla Sala Farnese sino alla sua cima dove sono custoditi il meccanismo che regola l’antico orologio, installato qui a metà del Quattrocento, e la campana che suona ancora ad ogni ora. Inoltre, sono presenti due terrazze panoramiche che permettono di ammirare tutta Bologna e il territorio circostante dall’alto. La torre ospita anche un’interessante mostra sulle Collezioni Comunali d’Arte con oggetti, dipinti e reperti che vanno dal periodo medioevale al Novecento e sono stati principalmente acquisiti tramite lasciti.
La Basilica di San Petronio domina dalla fine del XIV secolo l’area di Piazza Maggiore e grazie alle sue imponenti dimensioni è considerata una delle chiese più grandi del mondo anche se la sua facciata è ancora incompiuta. I lavori di costruzione sono cominciati nel 1390 per volontà del Comune e sono terminati solo a metà del Seicento ma ancora prima della fine, nel 1530, proprio qui Carlo V è stato incoronato imperatore del Sacro Romano Impero da Papa Clemente VII.
All’esterno è presente un portale decorato con bassorilievi di Jacopo della Quercia, mentre all’interno ci sono tre navate (una centrale e due laterali) che ospitano ben ventidue cappelle finemente affrescate da autori come Giovanni da Modena, Lorenzo Costa e Girolamo da Treviso. Nel pavimento delle navata sinistra si trova una grande meridiana, progettata nel 1655 dal matematico e astronomo Giovanni Domenico Cassini, che con i suoi 66,8 metri di lunghezza è una delle più grandi del mondo ed è stata usata all’epoca anche per realizzare importanti studi di astronomia.
La Fontana del Nettuno, considerata uno dei monumenti più emblematici e amati della città e un capolavoro del Rinascimento italiano, si erge maestosa in Piazza del Nettuno, un’area pedonale che collega Piazza Maggiore con Via Rizzoli. La Fontana è stata commissionata dal cardinale Carlo Borromeo negli anni in cui Bologna era sotto il dominio dello Stato Pontificio a Tommaso Laureti, un artista siciliano che era molto attivo nella zona.
Protagonista dell’opera è senza dubbio la statua del dio Nettuno che è stata realizzata tra il 1563 e il 1566 dallo scultore fiammingo Jean de Boulogne, meglio conosciuto come Giambologna. La fontana rappresenta il dio Nettuno, il potente sovrano dei mari nella mitologia romana, in tutta la sua grandiosità con un tridente in mano e lo sguardo rivolto verso l’orizzonte. La statua in bronzo del dio è alta più di tre metri e si erge su un basamento finemente decorato con putti e figure mitologiche, mentre ai suoi piedi sono presenti quattro sirene simbolo di fertilità e abbondanza.
La Torre degli Asinelli, con i suoi 97,2 metri di altezza, è il simbolo di Bologna e uno dei monumenti storici più iconici di tutta la città tanto da essere ormai famosa anche all’estero. Nel medioevo, infatti, in questo territorio sono state erette dalle più prestigiose famiglie bolognesi centinaia di torri che servivano non solo come esibizione di potere e ricchezza ma anche a fini difensivi. Tra le tante costruite oggi ne sono rimaste una ventina e tra le più note c’è sicuramente la Torre degli Asinelli eretta nel XII secolo proprio dalla famiglia Asinelli. La torre è visitabile percorrendo i quasi cinquecento gradini che conducono sino alla cima da dove è possibile ammirare una vista spettacolare su tutta la città.
A differenza della Torre degli Asinelli la Garisenda non è visitabile ma è comunque un sito da menzionare quando si parla di Bologna dato che è un’altra testimonianza delle capacità ingegneristiche medievali dei bolognesi. La Torre Garisenda è stata costruita sempre nel XII proprio vicino a quella degli Asinelli e sin da allora è stata connotata da una forte pendenza.
La Garisenda, infatti, ha una pendenza maggiore sia rispetto alla Torre degli Asinelli sia rispetto alla Torre di Pisa tanto che per questa sua visibile caratteristica è stata citata anche da Dante Alighieri nella Divina Commedia. La pendenza sembra sia dovuta a cedimenti del terreno e delle fondamenta che la rendono molto instabile tanto che in principio la torre era più alta di almeno 20 metri ma poi è stata ridotta per la sua precarietà e la paura di crolli.
Bologna è nota per essere “la città dei portici” dato che questi, costruiti nel corso dei secoli, ora si estendono per quasi 40 chilometri lungo il territorio cittadino e sono stati recentemente dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. I portici sono da sempre considerati un riparo dal sole, dalla pioggia e dalla neve rendendo così facile muoversi per la città con qualsiasi condizione meteorologica.
Senza dubbio i portici più conosciuti sono quelli di San Luca, ovvero quelli che dal centro di Bologna permettono di raggiungere la cima di Colle della Guardia dove si trova il Santuario della Vergine San Luca, da secoli luogo di pellegrinaggi. La passeggiata sotto questi portici composti da 666 arcate comincia da Porta Saragozza in centro città e si snoda per circa 4 km lungo il versante del Colle della Guardia fino al Santuario.
Il Santuario della Vergine di San Luca, noto anche come Santuario della Madonna di San Luca, è uno dei simboli religiosi più importanti non solo della città di Bologna ma dell’intera regione Emilia-Romagna. Le prime notizie sulla presenza di una piccola chiesa nella zona risalgono alla fine del XII secolo quando Angelica Bonfantini, nobildonna di una ricca famiglia locale, si dice abbia fatto costruire un luogo per ospitare una sacra icona della Vergine. L’importanza religiosa di quest’opera deriva dal fatto che sarebbe stata dipinta dall’evangelista Luca e poi portata a Bologna nel XII secolo da un pellegrino di nome Teocle.
Nel corso dei secoli la piccola chiesetta ha subito diversi ampliamenti e ristrutturazioni e quello che possiamo ammirare ora è un grande Santuario costruito a metà del XVIII per ospitare il numero sempre maggiore di fedeli. L’edificio è uno straordinario esempio di architettura religiosa barocca con la facciata principale caratterizzata da un grande frontone triangolare decorato con rilievi in marmo e una maestosa cupola. La pianta della chiesa è a croce greca e gli interni sono riccamente decorati con affreschi, stucchi e opere d’arte che narrano episodi della vita della Vergine Maria in gran parte realizzate da Guido Reni, Guercino, Giuseppe Maria Crespi e i suoi allievi.
Il Santuario di Santo Stefano, noto anche come le “Sette Chiese”, è un sito di grande spiritualità dato che è un complesso di edifici costruiti in epoche diverse, sul luogo in cui in precedenza era presente un tempio pagano, tutto attorno ad un grande cortile chiamato Piazza Santo Stefano. La Piazza accoglie ben sette edifici, religiosi e non, come la Chiesa del Crocifisso, la Basilica del Sepolcro, la Basilica dei protomartiri San Vitale e Sant’Agricola, la Chiesa del Martyrium, il Cortile di Pilato, il Chiostro Medievale e il Museo di Santo Stefano.
Gli edifici più antichi sono la Basilica del Sepolcro e la Basilica di San Vitale e Sant’Agricola che è stata costruita per ospitare le reliquie dei Santi Vitale e Agricola vittime nel 304 d.C. delle persecuzioni dell’imperatore Diocleziano. La Chiesa del Crocifisso, invece, è stata eretta nell’VIII secolo dal re longobardo Liutprando così come il Cortile di Pilato che ospita al centro il Catino di Pilato costruito per ricordare il suo gesto di “essersi lavato le mani”.
La Cattedrale di San Pietro è stata costruita attorno al X secolo sui resti di un antico edificio paleocristiano anche se la chiesa che possiamo ammirare ora è frutto di lavori svolti attorno alla metà del XVIII secolo dall’architetto Alfonso Torreggiani per volere di papa Benedetto XIV, già arcivescovo di Bologna. La facciata è barocca con struttura a salienti e vanta tre portoni con quello centrale, il principale, che è sormontato da un frontone che ospita anche lo stemma di Papa Benedetto XIV.
L’interno vanta tre navate con quella più grande centrale e due laterali che ospitano cinque cappelle per lato finemente decorate e ornate, mentre l’altare maggiore realizzato da Alfonso Torreggiani è in marmo policromo ed è sormontato da una pregevole Crocifisso romanico in legno di cedro. Nella cripta, invece, si trova il sepolcro di Giovanni Acquaderni, co-fondatore della Società della Gioventù Cattolica Italiana poi divenuta Azione Cattolica Italiana.
L’Archiginnasio risale al XVI secolo ed è uno degli edifici storici più importanti della città poiché è stato la sede principale dell’Università di Bologna fino al XIX secolo. Oggi ospita la Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio e il Teatro Anatomico, un luogo dal grande fascino che è stato finemente decorato con statue di illustri medici del passato. La costruzione del palazzo è cominciata intorno al 1562 per volontà del cardinale Carlo Borromeo che all’epoca aveva incaricato del progetto Antonio Morandi (detto il Terribilia) per dare a Bologna una sede universitaria illustre.
Al piano terra è presente un grande portico ricco di decorazioni e composto da più di 6000 stemmi studenteschi, mentre ai piani superiori si trovano due logge che ospitano due aule magne e diverse classi ancora in uso. Da qui si accede anche al magnifico Teatro Anatomico che è stato costruito nel 1637 in legno a forma di anfiteatro come luogo dedicato allo studio dell’anatomia del corpo umano.
Uno dei luoghi “più instagrammabili” di Bologna è senza dubbio la finestrella di Via Piella che offre uno scorcio davvero suggestivo sul canale delle Moline considerato una prosecuzione del canale di Reno. Pochi sanno che Bologna era una città con moltissimi canali che un tempo alimentavano diversi mulini usati per la produzione del grano ma ora molti di questi corsi d’acqua sono stati in gran parte coperti.
Uno di questi canali, quello delle Moline appunto, è ancora visibile attraverso una piccola finestrella che si trova in Via Piella non lontano da Porta Govese che era chiamata anche torresotto dei Piella. In questa vietta acciottolata tra le mura dei palazzi si può vedere e sentire scorrere uno dei pochi corsi d’acqua che non è stato interrato in città; oltre alla finestrella di Via Piella sono state aperte anche altri affacci sul Canale delle Moline tramite i ponti di via Oberdan e via Malcontenti.
Lucio Dalla è stato un famoso cantautore e compositore italiano nato proprio a Bologna nel 1943 e molto legato alla sua città natale che ha anche ispirato diverse sue composizioni. Nel 1999 l’Università di Bologna gli ha anche conferito la Laurea Honoris Causa in “lettere e filosofia”.
Ora la sua dimora in Via d’Azeglio, a due passi da Piazza Maggiore, è diventata una casa museo da scoprire tramite visite guidate per ripercorrere la storia e i successi di questo grande artista italiano. Si può così camminare tra le stanze della casa per ammirare in particolare lo studio del cantante, alcune sue foto, molti dei suoi oggetti più cari e alcuni riconoscimenti.
A pochi passi da Piazza Maggiore si trova l’ex Noviziato Gesuita di Sant’Ignazio costruito nel Seicento che ora ospita la Pinacoteca Nazionale di Bologna. Aperta per la prima volta al pubblico nel 1885 al suo interno sono custodite opere di alcuni tra i più importanti pittori italiani del Rinascimento, del Manierismo e del Barocco.
Tra gli artisti più famosi si trovano Raffaello, Perugino, Tintoretto, Tiziano, Guercino e Giotto con il suo polittico di Bologna che rappresenta la Vergine con il Bambino affiancata dai Santi Gabriele, Michele, Pietro e Paolo. Oltre al percorso museale permanente vengono allestite delle mostre temporanee e organizzati attività culturali, seminari e convegni.
La Basilica di San Domenico a Bologna è una tappa che pochi conoscono ma in realtà è una chiesa molto antica e dal grande fascino soprattutto al suo interno dato che ospita opere d’arte e decorazioni di grande valore realizzate da artisti come Guercino, Filippino Lippi e Ludovico Carracci. Questo, infatti, è il santuario che custodisce le spoglie di San Domenico di Guzmán, il fondatore dell’Ordine dei frati predicatori Domenicani che è deceduto nella zona il 6 agosto 1221. La costruzione della chiesa è cominciata nel 1228 ad opera dei Frati Domenicani ma poi questa è stata più volte rimaneggiata e ampliata con l’aggiunta anche di cappelle laterali e nel 1313 della torre campanaria.
La facciata è a capanna con un solo portale sormontato da un grande rosone mentre l’interno ha tre navate, diverse cappelle laterali, un transetto e un coro. La cappella principale è quella di San Domenico sulla navata destra della Basilica che ospita il sepolcro del Santo, noto come Arca di san Domenico, realizzato da Nicola Pisano in collaborazione con Niccolò dell’Arca, Michelangelo Buonarroti e Jean-Baptiste Boudard. L’attiguo Convento di San Domenico ora è sede di una grande Biblioteca che ospita quasi 90.000 volumi riguardanti temi di teologia, filosofia, storia e spiritualità.
Sin dalla metà del XIII secolo è noto che qui fosse presente una Chiesa Santa Maria dei Servi di ridotte dimensioni progettata dall’architetto Antonio di Vincenzo. L’edificio però è stato più volte ristrutturato e abbellito anche grazie a numerose donazioni e lasciti di ricche famiglie e benefattori, così a metà del Quattrocento è stato costruito il campanile mentre nel Seicento è stata realizzata una sagrestia dedicata a San Giovanni Evangelista.
Dopo essere stata per qualche tempo una caserma durante il periodo napoleonico, la Chiesa Santa Maria dei Servi è ritornata in mano all’ordine dei Servi di Maria che le hanno restituito l’originale splendore. Ora l’esterno si presenta con una semplice facciata in laterizio mentre l’interno ha un impianto basilicale a tre navate con volte a crociera e cappelle che ospitano decorazioni e affreschi di grande pregio.
La cinta muraria di Bologna è stata costruita per difendere la città dagli attacchi nemici sin dal III secolo d.C. ma poi è stata più volte ampliata fino al Novecento quando una parte delle mura è stata demolita per lasciare spazio ai viali di circonvallazione. In realtà alla cerchia del III secolo nel corso del tempo sono state aggiunte altre due cerchie successive: la seconda è detta “dei Torresotti” o “del Mille” e risale al XII secolo, mentre la terza è la più ampia e risale ai secoli XIII e XIV. Di quest’ultima cerchia, purtroppo, sono rimasti in piedi solo piccoli tratti e dieci delle dodici porte d’accesso alla città.
Lo stadio Renato Dall’Ara, gioiello dell’architettura razionalista italiana, è una tappa imperdibile per gli appassionati di sport e storia. L’iconica Torre di Maratona alta 42 metri domina l’impianto, offrendo uno spettacolo fotografico unico. Situato in una zona panoramica ai piedi dei colli bolognesi, è facilmente raggiungibile dal centro con gli autobus.
Le visite guidate permettono di scoprire gli spogliatoi storici, la sala stampa e il museo del Bologna FC, ricco di memorabilia e trofei. Il quartiere circostante, con il suggestivo Cimitero Monumentale della Certosa, offre l’occasione per una piacevole passeggiata culturale, completando l’esperienza di visita con ristoranti tipici e caffè storici.
Il Museo Lamborghini di Sant’Agata Bolognese rappresenta un’esperienza unica nel mondo dell’automotive di lusso. Distribuito su due piani, espone i modelli più iconici, dalla storica 350 GT alle modernissime supersportive come Aventador e Huracán.
I visitatori possono ammirare le linee eleganti della Miura, considerata la prima supercar della storia, e scoprire la produzione attuale attraverso una vetrata panoramica che si affaccia sulla linea di montaggio. Il museo offre anche un’esperienza multimediale immersiva, simulatori di guida e una ricca collezione di motori e componenti tecnici.
La visita guidata del museo può essere arricchita con il tour esclusivo della fabbrica, dove è possibile osservare dal vivo la produzione delle supersportive. È consigliabile prenotare in anticipo, specialmente per i tour completi che includono sia museo che stabilimento. Un’esperienza indimenticabile per gli appassionati di motori e non solo, che racconta l’eccellenza del Made in Italy attraverso una delle sue icone più prestigiose.
Nella mappa seguente potete vedere la posizione dei principali luoghi di interesse citati in questo articolo.